L’educazione parentale per vivere viaggiando con bambini: l’ homeschooling.

Assolutamente sì, anche se richiede un po’ più di organizzazione e consapevolezza. La maggior parte di chi sceglie la vita da fulltimer parte da solo o in coppia, ma quando si decide di farlo con dei bambini, le dinamiche cambiano: aumentano i dubbi, le domande, le perplessità. Eppure, sempre più famiglie si stanno avvicinando a questo stile di vita nomade, in cerca di libertà, semplicità e nuove esperienze condivise.
Una delle principali preoccupazioni che frena tanti genitori è legata alla scuola: come conciliare la vita in camper con l’istruzione dei figli? In questo articolo parliamo proprio di questo, spiegandoti come sia possibile continuare a garantire un percorso educativo di qualità attraverso metodi alternativi come l’homeschooling (o scuola parentale).
Se stai pensando di mollare tutto e partire con la tua famiglia, questo articolo ti aiuterà a capire come gestire il tema della scuola in modo flessibile e consapevole, mantenendo al centro il benessere dei tuoi figli e il desiderio di scoprire il mondo insieme a loro.
In cosa consiste l’homeschooling?
L’homeschooling, conosciuto in Italia anche come scuola parentale, è una forma di istruzione alternativa in cui i genitori si assumono la responsabilità di educare i propri figli al di fuori del sistema scolastico tradizionale. I bambini, quindi, non frequentano una scuola, ma seguono un percorso educativo personalizzato, costruito in base ai loro ritmi, interessi e bisogni.
Questo tipo di istruzione può coprire tutto il ciclo scolastico, dalla primaria fino all’università. I ragazzi sostengono gli esami annuali da privatisti, nelle scuole statali o paritarie, per attestare il loro livello di preparazione.
Come afferma Erika Di Martino, pioniera italiana nel campo dell’istruzione parentale e fondatrice del Network Nazionale Edupar, “quando si fa homeschooling ci si prende la responsabilità di educare i propri figli”. Una scelta consapevole, che mette al centro la libertà educativa e il legame familiare.
In questo contesto, non esistono orari scolastici fissi o programmi standard da seguire alla lettera: l’apprendimento si adatta alla vita quotidiana e diventa parte integrante dell’esperienza stessa del bambino.
Un approccio ancora più libero e radicale è quello dell’unschooling, o apprendimento naturale. Qui si parte dalla convinzione che ogni esperienza possa essere un’occasione per imparare e che non servano strutture o orari per acquisire nuove conoscenze. Si impara sempre, ovunque e in qualunque momento della giornata, attraverso la curiosità, la scoperta e la pratica.
E’ legale fare homeschooling in Italia?
L’homeschooling, o istruzione parentale, è una realtà diffusa a livello internazionale: conta oltre 2 milioni di studenti negli Stati Uniti, tra 20.000 e 100.000 in Inghilterra e più di 60.000 in Canada. Anche in Italia, sebbene manchino statistiche precise, questa scelta educativa sta conquistando sempre più famiglie.
È importante sottolineare che, a differenza di altri Paesi, l’istruzione parentale in Italia è perfettamente legale. Questo si basa sull’articolo 30 della Costituzione, che afferma: “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli […]”. La legge interviene solo in caso di incapacità genitoriale.

Infatti, la normativa italiana non prevede un obbligo di scolarizzazione (frequenza scolastica), ma un obbligo di istruzione. Quest’ultimo può essere soddisfatto in diversi modi:
- frequentando scuole statali o paritarie;
- tramite strutture accreditate dalle regioni per la formazione professionale;
- attraverso l’istruzione parentale.
Le famiglie possono quindi scegliere il percorso educativo che ritengono più adatto alle esigenze dei propri figli.
Cosa fare per iniziare con l’istruzione parentale?
Per avviare questo percorso, il primo passo fondamentale è inviare una dichiarazione annuale al dirigente scolastico competente per territorio. Con questo documento, che va rinnovato ogni anno, i genitori si assumono formalmente la responsabilità dell’educazione dei propri figli. Qualora i bambini frequentassero già la scuola, alla dichiarazione andrà allegata anche la richiesta di ritiro. È importante sapere che è possibile intraprendere l’homeschooling in qualsiasi momento dell’anno scolastico.
Una volta gestiti gli aspetti burocratici, ci si può concentrare sull’approccio didattico. Le famiglie hanno la libertà di scegliere tra svariate risorse educative: materiali reperibili online, corsi specifici, libri di testo o qualsiasi altro strumento che ritengano efficace per l’apprendimento. Per quanto riguarda la valutazione dei progressi, l’approccio nell’homeschooling tende a privilegiare l’osservazione diretta delle competenze acquisite e della comprensione del bambino, piuttosto che affidarsi esclusivamente a strumenti di verifica formali come test o interrogazioni.
Quanto costa l’homeschooling?
Il costo dell’homeschooling è estremamente variabile e dipende in modo significativo dalle scelte, dalle risorse e dalle priorità di ogni singola famiglia. Non esiste una cifra fissa valida per tutti.
È possibile fare homeschooling a basso costo?
Assolutamente sì. Volendo, si può organizzare un percorso di istruzione parentale a costo quasi zero. Questo si può ottenere:
- Sfruttando le risorse gratuite: Internet offre un’infinità di materiali didattici gratuiti (schede, video, corsi open source, piattaforme educative).
- Utilizzando le biblioteche: Sono una fonte preziosa e gratuita di libri, documentari e talvolta anche accesso a risorse digitali.
- Condividendo e scambiando: È comune tra le famiglie homeschooler scambiarsi libri e materiali, o mettere in comune le proprie competenze (es. un genitore insegna musica, un altro una lingua straniera) creando piccoli gruppi di apprendimento informale. Anche il supporto di amici e parenti può essere prezioso.
Quali sono le potenziali voci di spesa?
I costi aumentano se si decide di investire in:
- Curricula strutturati o materiali specifici: Acquisto di libri di testo, guide didattiche, kit per esperimenti, software educativi.
- Corsi online a pagamento o piattaforme dedicate: Offrono percorsi strutturati o approfondimenti su materie specifiche.
- Tutor o insegnanti privati: Per supporto specifico su alcune materie o per seguire un programma più intensivo.
- Attività extrascolastiche e uscite didattiche: Costi per sport, musica, arte, visite a musei, parchi, laboratori (simili a quelli che si sosterrebbero anche con la scuola tradizionale).
- Materiali di consumo: Cancelleria, materiali artistici, ecc.

Il costo “nascosto”: il tempo dei genitori
Un fattore economico fondamentale, spesso non quantificato nelle spese mensili, è il costo opportunità. Se uno dei genitori riduce o interrompe la propria attività lavorativa per dedicarsi all’homeschooling, il mancato guadagno rappresenta un costo indiretto significativo per la famiglia.
Possiamo fare una stima di 100/150 euro al mese?
Questa cifra può essere considerata un esempio molto indicativo di un budget mensile per una famiglia che utilizza un mix di risorse gratuite e acquista alcuni materiali di base o si concede qualche attività esterna, senza ricorrere a tutor costosi. Non è assolutamente una media né un costo fisso. Ci sono famiglie che spendono molto meno e altre che investono cifre considerevolmente più alte.
Homeschooling ed esami: come funziona?
Per quanto riguarda gli esami per i privatisti, in Se scegli di seguire il percorso dell’homeschooling o della scuola parentale, è importante sapere che in Italia i ragazzi devono sostenere esami annuali da privatisti per attestare il loro livello di preparazione.
Gli esami si dividono in due categorie principali:
- Esami di idoneità: servono per il passaggio da una classe all’altra (si sostengono ogni anno).
- Esami di licenza o di fine ciclo: sono equivalenti agli esami di terza media e di maturità.
Le domande per gli esami di idoneità devono essere presentate entro il 30 aprile di ogni anno, mentre per gli esami di chiusura ciclo la scadenza è il 20 marzo.
Puoi scegliere di far sostenere gli esami a tuo/a figlio/a presso una scuola statale o paritaria, nella tua zona o anche in un’altra regione. Le scuole statali in genere non richiedono contributi, mentre quelle paritarie spesso chiedono un compenso per la commissione d’esame e la gestione burocratica, solitamente intorno ai 100-200 euro (ma può variare da istituto a istituto).
Per la scuola primaria e la secondaria di primo grado, le prove vengono costruite sulla base del percorso personalizzato dello studente, seguendo le Indicazioni Nazionali del MIUR, che non impongono un programma rigido ma definiscono un insieme di competenze da raggiungere.
Questo approccio ti consente di impostare lo studio in modo flessibile, organizzando materiali e modalità di apprendimento secondo le esigenze del tuo bambino e della vostra vita in movimento.
Infine, se un esame non viene superato, non si ottiene l’idoneità alla classe successiva, ma è sempre possibile ripresentarsi l’anno dopo o trovare percorsi alternativi per recuperare
Fare homeschooling in camper è positivo per un bambino?
L’idea più comune di scuola parentale è spesso legata a un contesto stabile, a un gruppo di famiglie che si riuniscono in un luogo fisso per educare insieme i propri figli. Ma questo non significa che non si possa praticare anche in viaggio! Anzi, una delle grandi potenzialità dell’homeschooling è proprio la libertà di movimento, che permette di unire educazione e avventura, anche a bordo di un camper.
Non avere il vincolo di dover andare a scuola ogni giorno apre le porte a un modo completamente diverso di imparare: più esperienziale, flessibile e dinamico. Ma è normale, da genitore, porsi delle domande:
“Un giorno mio figlio mi ringrazierà per avergli dato la possibilità di viaggiare, scoprire nuove culture, imparare altre lingue e vivere esperienze uniche? Oppure rimpiangerà di non aver avuto un’infanzia tradizionale?”

Non c’è una risposta universale, ma una cosa è certa: viaggiare da piccoli rafforza l’autostima, la capacità di adattamento e il senso di sé. I bambini che crescono in viaggio imparano ad affrontare le sfide quotidiane con più sicurezza, diventano più tolleranti verso la diversità e sviluppano una mente aperta. Inoltre, hanno la possibilità di assorbire le lingue straniere in modo naturale e pratico, senza nemmeno accorgersene.
La vita in camper non è per tutti, ma per chi sente questa chiamata può diventare un’opportunità educativa incredibile. E se hai bisogno di una mano per iniziare, posso aiutarti a capire come rendere possibile tutto questo per te e la tua famiglia (ultimo paragrafo).
Quali sono i benefici dell’educazione parentale?
Scegliere l’homeschooling al posto della scuola tradizionale può portare con sé numerosi vantaggi. Il primo fra tutti? Una sensazione profonda di libertà. Libertà di decidere quando, dove e come studiare, ma anche quali materiali utilizzare e quali approcci educativi adottare, adattandoli alle reali esigenze di tuo figlio.
Un apprendimento personalizzato è molto diverso da quello standardizzato che si trova nella maggior parte delle classi tradizionali. Permette di costruire un percorso su misura, più profondo ed efficace, che valorizza le passioni individuali e il ritmo naturale di ogni bambino. È un modo per dare voce e spazio alla sua unicità.
Ma c’è di più. L’educazione parentale aiuta a rafforzare il legame familiare. Si impara a vivere e crescere insieme, a organizzarsi come squadra. E in questo contesto si sviluppano tante competenze trasversali (le famose soft skills) che raramente vengono stimolate a scuola: empatia, collaborazione, problem solving, pensiero creativo e autonomia.
In sostanza, l’homeschooling non è solo un’alternativa alla scuola, ma un’occasione per vivere l’educazione in modo più consapevole, autentico e umano.
Come fanno a socializzare i bambini in homeschooling?

Una delle domande più comuni che ci si pone quando si parla di homeschooling è:
“Ma non c’è il rischio che mio figlio si isoli? Che viva in una specie di gabbia dorata, lontano dal mondo reale?”
In realtà è vero il contrario. I bambini educati in famiglia non vivono sotto una campana di vetro, ma entrano spesso più direttamente in contatto con la società rispetto a chi frequenta una scuola tradizionale.
Chi sceglie la scuola parentale tende a far parte di una rete di famiglie, sia in Italia che all’estero. Queste famiglie si incontrano, creano gruppi locali e organizzano attività, laboratori, gite didattiche, incontri in natura e momenti di gioco.
Ogni città può avviare il proprio gruppo di homeschoolers (se non è già presente) e proporre esperienze condivise. I bambini imparano così a relazionarsi in modo naturale con altri, spesso di età diversa, in un contesto dove le passioni e gli interessi contano più dell’età anagrafica.
Un mix che si rivela spesso molto più stimolante e autentico di quello che si trova nelle classi scolastiche strutturate.
In poche parole, non sei solo e tuo figlio non lo sarà mai: c’è una comunità viva pronta ad accogliervi.
Scuola parentale in camper
In conclusione, scegliere la scuola parentale non è una passeggiata: serve organizzazione, tanta dedizione, amore, pazienza… e soprattutto la voglia di metterti in gioco ogni giorno come genitore e come educatore. Ma se senti che è la strada giusta per la tua famiglia, se sogni una vita fatta di esperienze autentiche, natura e libertà, allora sappi che è assolutamente possibile.
Se stai pensando di andare a vivere in camper con i tuoi figli e di intraprendere un percorso di homeschooling, non sei solə.
Ci sono già tante famiglie che lo fanno e io sono qui proprio per aiutarti a partire con il piede giusto.
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