Akash, 25 anni, e il suo giro del mondo in camper. “Mi mantengo grazie alla mia passione: la musica.”

Oggi arricchiamo la sezione “diari di viaggio” del mio blog con un’intervista straordinaria: la storia di Akash e del suo giro del mondo in camper.
Ho conosciuto Akash, ed il suo amico a quattro zampe Flip, in Italia a novembre e, con immenso piacere, ci siamo ribeccati durante il nostro lungo cammino in camper, in Andalusia. Ciò che mi ha colpito di lui e che mi ha spinto a volerlo intervistare, oltre alla sua storia, è la sua speciale energia positiva. Akash ha solo 25 anni, ma le idee ben chiare: uscire dal sistema e inseguire i suoi sogni: vivere in camper, viaggiando e mantenendosi con le sue più grandi passioni, la musica in primis.
A testimonianza di ciò che dico nel mio articolo “Come mantenersi per vivere in camper viaggiando“, spesso, realizzare questo sogno è solo questione di volerlo veramente.

Ciao Daniela, grazie per avermi dato la possibilità di raccontare la mia storia.
Sono lieto di poter colorare il tuo blog come le tante altre storie bellissime ed interessanti che vi sono presenti.
Grazie anche alle persone che dedicheranno il proprio tempo a questa lettura.

Grazie a te! Dicci subito chi è Akash?

“Akash” è il nome che ha preso il posto di Matteo.
Il nome di un ragazzo che fino in tenera età non mancava di porsi domande sull’esistenza.
Un ragazzo che ha deciso di cambiare vita, mettendosi in gioco e uscendo dalla propria “comfort zone”, e affidandosi al suo istinto come un fedele compagno e maestro, per sfuggire alla condanna alla quale siamo chiamati a scontare i nostri giorni.
Ma proseguiamo un passo alla volta.
Ho deciso di cambiare nome perché “Matteo”
mi è stato assegnato. Poco racconta della persona che sono ora.
Forse può dire qualcosa del mio passato, ma i miei occhi ora sono puntati verso orizzonti che hanno, sul sentiero, semi di coscienza ed evoluzione.
Akash è il nome che mi è arrivato dopo aver passato un momento significativo del mio cammino.
In sanscrito significa “Etere” e nell’induismo viene associato alla quinta essenza o quinto elemento, substrato della qualità del suono, una sostanza eterna, non percettibile e che tutto pervade.
Anche Rudolf Stainer riprende il termine “Akasha” per i suoi registri Akashici, dove spiega che l’etere ha proprietà di memoria, poiché è la sostanza nella quale agiscono le funzioni spirituali dell’uomo come il pensiero, il sentimento e la volontà.
Cielo, Aria, Suono, pensiero, emozioni, sentimento volontà ma anche vuoto pronto a contenere il pieno, lasciare il vecchio per prendere il nuovo. Nomi quindi che rispecchiano maggiormente la persona che sono oggi.
Come altre persone prima di me, ho deciso di vendere quel poco che avevo, restituire le chiavi della casa in cui stavo in affitto e trovare una strada che fino a prima non avrei neanche immaginato.
Il tutto nasce dalla voglia di vivere la vita lontano dal dover ubbidire ad ordini e/o ad avere obblighi dettati dal lavoro e dalla società.

25 anni bastano per arrivare alle conclusioni che hanno portato te a mollare tutto e vivere in camper?

Ti rispondo con un grande Si Daniela, e aggiungo che ne bastano anche meno.
Ho avuto il piacere di conoscere ragazzi più giovani di me con idee ben chiare in testa.
Ho conosciuto una ragazza Australiana di 14 anni venuta in Italia da sola.
Il grande Silvano Agosti all’età di 13 anni è partito per un viaggio da solo in medio-oriente.
E tanti altri esempi che non mi dilungo a scrivere.
Ricordiamoci sempre che siamo nati nella parte “fortunata” del mondo.
Ahimè questa fortuna paradossalmente per molti si trasforma in sfortuna: nel senso che la fortuna che ci porta “comodità” non fa altro che renderci ancora più mammoni o più attaccati a capricci materiali di cui non si riesce più a fare a meno e che ci rallentano con catene dai lucchetti sempre più pesanti.
Altri giovani in altre parti del mondo si ritrovano a dover crescere precocemente per far fronte alla fame dovendo andare a lavorare già in età infantile o facendo da genitori ai fratellini intanto che mamma e papà sono impegnati a guadagnare il pezzo di pane giornaliero.
Peggio ancora giovani che vorrebbero partire e andare ma sono bloccati da guerre o conflitti interni.
Ci lamentiamo nonostante abbiamo le possibilità di iniziare a cambiare la nostra vita in qualsiasi momento.
Concetti difficili da far capire a chi capire non vuole.
Per questo, sono convinto che sia più una questione di “risveglio”.
Ognuno ha il proprio tempo.
In base al ciclo della propria anima.
Chi a 13, chi a 25, chi a 40 o chi a 60.
Non aspettiamo però, di arrivare sul punto di morte per capire di essere stati stupidi ad aver regalato la propria vita all’arricchimento altrui anziché al proprio.
Io ho 25 anni ed amo la vita, e la mia fortuna è data semplicemente dalla fede che vi ripongo. Sono enormemente grato di vedere dove già mi ha portato e sapere che ho un futuro meraviglioso davanti.

Così giovane hai già dovuto affrontare problemi familiari importanti, ti va di parlarne un pó?

Certo.
Chi non mi conosce non ha ben chiaro come sono riuscito ad arrivare “presto” a certe decisioni.
Come ho accennato sopra, il passato per me è stato fonte di formazione e crescita precoce.
Mi ha formato caratterialmente e mentalmente essendomi trovato a dover gestire situazioni che normalmente un adolescente di quella età non vive.
Dall’età di 8 anni mia madre non è stata più presente nella mia vita, avendo scelto una strada diversa. Io e mia sorella ci siam ritrovati a badare a noi stessi, con un padre con già molti altri problemi dovuti al lavoro.
All’età di 15 anni ho lasciato la scuola per lavorare nella ditta di famiglia date le necessità legate alla crisi disastrosa degli ultimi anni.
All’età di 18 avevo già aperto la mia partita IVA, per la speranza di essere maggiormente agevolato dallo stato, dato la giovane età, ma le promesse da esso fatte non sono state mantenute. I bandi start-up a fondo perduto per i giovani che decidevano di iniziare un’attività imprenditoriale, furono lanciati ma mai effettivamente donati.
Quello che non mancava però erano le tasse, le spese per il mantenimento della ditta, gli F24 ed altre imposte da pagare allo stato, senza contare fornitori, commercialista etc.
Dopo un anno a nuotare, con i muscoli indolenziti per riuscire stare a galla, iniziammo a sprofondare sempre più velocemente. Il poco lavoro non bastava per far fronte a tutte le spese.
Con i pochi soldi guadagnati era matematico che molte cose sarebbero rimaste insolute.
Decidemmo di pagare prima i fornitori, piuttosto che lo stato, e di conseguenza i debiti con esso aumentavano fino a che arrivai alla decisione di chiudere tutto e trovarmi un lavoro da dipendente.
L’unica nostra fortuna è la forza data dalla nostra gioventù. Per me non era difficile adattarmi a situazioni nuove, ma per mio padre il discorso era diverso.
Sconfitto, depresso e con altri problemi di salute,
sei mesi dopo l’inizio del mio nuovo lavoro come cameriere, passò a miglior vita. Avevo appena compiuto 20 anni.
Seguirono mesi pesanti, tra lo sgombero della casa (dove eravamo in affitto), la ditta ed incontri tra avvocati, notai e commercialisti.
Ovviamente tutto ciò contemporaneamente al mio lavoro, che mi teneva impegnato sia la mattina che la sera, lasciandomi a disposizione solo poche ora al pomeriggio. Per di più lo stato contribuiva a peggiorare le cose. Il mio debito sali più del doppio per gli interessi, quando la pratica passò ad Equitalia.
Maturarono a 12.000€ dai 4.000€ iniziali.
La nota positiva è che amici e conoscenti si fecero in quattro per darci una mano, ed io e mia sorella non smetteremo mai di ringraziarli per il prezioso aiuto.
Un passo alla volta, con una lucidità mentale che ancora faccio fatica a spiegarmi, uscimmo da quel groviglio. Andai a convivere con la mia ragazza, cambiai lavoro pagai tutti i debiti e mi comprai una macchina.
Ecco che di nuovo, senza saperlo, mi introducevo in una vita che non era la mia.

La tua non è solo una scelta economica, ma un vero e proprio stile di vita. Raccontaci.

Oltre al discorso economico, ho fatto questa scelta anche per vivere e soddisfare a pieno la mia voglia di viaggiare. Volevo scoprire posti nuovi, immergermi in culture e stili diversi, vivermi climi differenti, imparare nuove lingue e abbandonarmi alla Bontà delle persone conosciute sul percorso.

Amo il viaggio ed ho sempre voluto viaggiare, sin da piccolino.
Il viaggio mi da anche la possibilità di avere tutto il tempo disponibile per me stesso: l’elemento più prezioso che esista!
Tutte le cose che prima rimandavo, per lo scarso tempo a disposizione, per la stanchezza o la non voglia, dovuta al lavoro, ora sono parte della mia routine quotidiana.
Ora ho tutto il tempo che desidero per meditare, leggere, informarmi, alimentarmi correttamente, provvedere al benessere del mio corpo e della mia mente.
Queste cose rendono la mia persona una persona migliore, sperando di portare cosí il mio piccolo contributo positivo al mondo.

La domanda che non può mai mancare: “come ti mantieni per vivere così?

Come abbiamo approfondito nella nostra intervista video, non sono partito con un idea ben chiara di cosa avrei fatto nel viaggio per mantenermi, ma piuttosto con tante piccole idee. Avevo interessi verso cose che sarebbero potute diventare una mansione. Una delle idee iniziali (che ancora oggi cerco di realizzare) era quella di formarmi come massaggiatore ayurvedico, in seguito avrei unito la crisalloterapia e la musico-terapia in un unico trattamento, eseguito in location Naturali quali un bosco, una spiaggia, o un parco, a secondo di dove mi sarei trovato.
La seconda idea era quella di seguire la mia voglia di creare con le mani. Da giungo 2018 ho iniziato, quasi per caso, a produrre gioielli di artigianato. Col tempo ho migliorato la tecnica facendo buoni lavori e creando uno stile un po’ più personalizzato. Questo “Hobbie” consiste nel produrre un buon numero di pezzi avendo così un buon assortimento per poi venderli su banco a fiere, eventi o semplicemente in vie pedonali trafficate (centro città, lungo mare, ecc.)
Un’altra idea seguiva il mio amore per la musica. Comprai un handpan qualche mese prima di partire. Era il sogno che avevo da molti anni, ma non l’avevo comprato con l’idea che poi l’avrei suonato in strada.
In definitiva, per rispondere alla tua domanda, posso dire di essere un Busker (artista di strada).

Con la mia musica ed i miei gioielli guadagno e vivo felicemente, mentre altri progetti bollono in pentola.
Vivo dando importanza alle mie passioni.
Ognuno di noi ha delle qualità e delle caratteristiche uniche che danno vita ad autentica creativitá, dobbiamo solo avere il coraggio di seguirle.

Tu, come me, non avrai una pensione. Come immagini il tuo futuro dopo i 70 anni?

Qualcuno potrà darmi dell’incosciente ma ora penso poco al futuro. Vivo ogni nuovo giorno come il regalo più bello, come dice un vecchio saggio.
Chiaramente qualche domanda sul futuro me la pongo. La pensione me la creerò con i miei risparmi e se devo immaginarmi un futuro me lo immagino con rari rimpianti, pieno di amore e gioia, circondato da persone che mi vogliono bene, in una comunità intenzionale immersa nella natura, vicino ad mare, un fiume o un lago.
Passerò alle persone più giovani le mie esperienze e racconterò storie ai bimbi, intorno a un fuoco.
Suonerò, canterò e ballerò fino al mio abbraccio finale con madre terra.

Ragazzi, non so voi, ma io ho la pelle d’oca! Grazie Akash per la tua testimonianza, buoni km e buona vita.

Grazie Daniela e Grazie a tutti.
Buon cammino in questo meraviglioso viaggio che é la vita.

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Instagram delle sue creazioni: hanumatcraftworks
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