Lettera di una viaggiatrice a sua madre, dedicato a tutti i genitori che hanno figli lontani.

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Non a caso ho scelto di pubblicare questo articolo proprio oggi, giorno della festa della Mamma, perchè quale migliore occasione per ricordare alle Donne più importanti delle nostre vite che, anche se lontani fisicamente, non c’è giorno in cui non pensiamo a loro e in cui non vorremmo perderci nel loro caldo abbraccio.
Sicuramente tanti di voi si rispecchieranno nel mio pensiero della figlia vagabonda o del figlio che vive dall’altra parte del Mondo e tanti altri invece si immedesimeranno nel genitore che, anche se apprensivo, appoggia o semplicemente accetta la scelta di un figlio che vuole inseguire la propria felicità.
Questa lettera è un regalo a mia madre, è un regalo alle vostre mamme, è un regalo a tutte le mamma acquisite durante il viaggio, quelle che conosci per strada o tramite i tuoi racconti su Facebook e che nel mio caso sento davvero come se fossero mamme adottive, a tutte le mie, a tutte le vostre e a tutte le mamme del mondo.

Cara mamma, so che senti la mia mancanza ogni giorno, in ogni piccolo momento di vita senti come un vuoto dentro te, un vuoto che rimarrà lì come segno della mia costante presenza/assenza, come una piccola spina nel cuore che ogni tanto, anche se sai che sono felice così, sanguina un po’ e ti rende a volte fragile e vulnerabile.
So che ogni giorno apri la mia chat e tiri un sospiro di sollievo leggendo il mio messaggio “Buongiorno mamma” e se non lo trovi vai a spulciare sulle mie pagine Social in cerca di una anche minima traccia di me e dei miei spostamenti.
So che ogni notte il tuo cuore non si addormenta del tutto sereno perché a volte non sai nemmeno dove sono e con chi. So tutto mamma, anche se sono andata via fisicamente, so come ti senti perché siamo connesse oltremodo, profondamente, come solo una mamma e un figlio sanno essere.

Ma proprio per questo, mamma, so anche quanto sei felice per me, so che vivi per vedermi sorridere e sai che solo andando incontro ai miei sogni lo sono davvero.
So che non ti importa se non ricopro più un ruolo o un incarico o in quanti metri quadrati vivo o se mangio un panino seduta su un marciapiede con degli sconosciuti, perché so che percepisci la mia gioia del vivere la mia vita attimo per attimo. So che riesci a non pensare ai sacrifici che hai fatto per tirarmi su, a tutte le aspettative che avevi su di me, sui nipotini che forse non ti darò mai, perché per te ciò che conta è che io viva la mia vita per come vuole davvero il mio cuore.

Grazie mamma di avermi dato la vita ma non per questo ti senti padrona di essa, grazie per avermi dato i valori per viverla, ma di avermi comunque permesso di renderla ricca grazie alle mie esperienze e grazie di amarmi talmente tanto da desiderare la mia felicità, forse, ancor più della tua.
Sappi che anche tu mi manchi ogni giorno e che ti amo più di ogni altra cosa al mondo, ma soprattutto sappi che, anche se non ho scelto io la mamma che volevo in questa vita, ti sceglierei ancora ogni giorno perché non potrei desiderare una madre migliore.

Questo articolo è dedicato a tutti i ragazzi che, come me, viaggiano spesso o vivono in un luogo lontano da quello della propria famiglia e che, nonostante ne soffrano la mancanza, a volte non sanno come dimostrare i propri sentimenti o magari, peggio, rischiano di sembrare egoisti non dando abbastanza importanza alle preoccupazioni di un genitore. Spesso si è troppo impegnati a fare altro e quasi ci scoccia “dover dare conto”, ma ricordiamoci invece che basta poco per renderli sereni, un “buongiorno” appena svegli, un “Tutto ok, sto bene!” o una “buonanotte” prima di andare a dormire. Ma è dedicato anche a tutti i genitori che, nonostante soffrano della mancanza di un figlio, appoggiano le loro scelte, qualunque esse siano e soprattutto a quelli che proprio ancora non ce l’hanno fatta ad accettarle. Che possa farvi riflettere perché credo che amare un figlio (o qualunque altra persona) non voglia dire volerlo come da nostre aspettative, non vuol dire cercare di cambiarlo per soddisfare il nostri bisogni o le nostre mancanze, non vuol dire tenerlo stretto a noi o minacciarlo anche solo emotivamente, facendolo sentire sbagliato se vuole scegliere dove e come vivere, chi e come amare, se andare o restare. Amare veramente qualcuno significa lasciarlo libero, libero di scegliere, libero di sbagliare per imparare, libero di cadere per provare a rialzarsi, libero di ricominciare, ma anche libero di non farlo, libero di credere nei propri sogni e ideali, insomma libero di amarsi e di essere amato per ciò che è!

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