Festa delle donne emancipate!
Eccoci arrivati all’8 marzo. Oggi, nel mondo, si celebra la tanto attesa Giornata Internazionale dei Diritti della Donna o megio conosciuta come Festa delle Donne (che alcuni scambiano con la festa della mimosa). Ora, partirei subito con una breve premessa. Non sono una che crede molto alle ricorrenze o alle festività organizzate anzi, a dirla tutta, forse non ci credo per niente. Ecco, oggi incentrerò l’articolo proprio su questo discorso. Facendo delle riflessioni personali che forse per alcuni potrebbero andare contro corrente.
Iniziamo a raccontare cosa succede sui social il giorno dell’8 marzo. Siamo abituati a vedere le bacheche di Facebook o Instagram letteralmente invase di mimose e frasi riflessive. In questa giornata siamo abituati a leggere, condividere, batterci e far valere dei principi in cui crediamo fino in fondo (perché l’8 marzo ci crediamo fermamente).
Ci trasformiamo per un giorno in mediatori di giustizia, elencando tutte quelle che sono state le conquiste sociali ed economiche delle donne, le lotte politiche, le discriminazioni, gli atti di violenza che alcune di queste hanno subito nel tempo.
Durante questa giornata ci ricordiamo di portare un fiore alle donne della nostra vita: alla mamma, alla nonna, a una figlia o ad un’amica. O magari, ne approfittiamo per dare il meglio di noi stessi manifestando gesti di gentilezza alla prima donna che incontriamo al portone o al supermercato.
Ma è davvero necessario dover aspettare una sola giornata l’anno per illuderci o riconfermare a noi stessi di vivere da bravi essere umani? Non so voi, ma io sono profondamente avversa a tutto questo.
Le ricorrenze che non vorrei
Sono contraria alle ricorrenze. Mi fanno in un certo senso rabbia, paura. L’ho sottolineato nelle prime righe che sarei andata contro corrente, ma lo faccio a favore di una buona causa e ora voglio argomentarne le ragioni.
Sono contraria alle ricorrenze perché credo fermamente che finché ci sia una giornata dedicata a farci ricordare qualcosa, quel qualcosa, indirettamente, sarà dato per scontato non rammentarlo tutti i giorni. Può sembrare un gioco di parole ma non è così.
Sono contraria alle ricorrenze perché il vero obiettivo si raggiungerà quando non ci sarà più nulla da festeggiare. Vinceremo quando avremo interiorizzato che non debbano più esistere disparità, 365 giorni l’anno.
L’8 marzo, durante la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna la figura femminile viene innalzata, difesa, tutelata a gran voce. Con ricami e belle parole vengono diffusi concetti di uguaglianza, di lotta ai diritti, di protezione e sicurezza.
Una sola volta l’anno c’è la corsa alle mimose. Sì, perché la ricorrenza vuole che si regalino alle donne dei piccoli mazzetti di fiori gialli simbolo di amore, gratitudine e rispetto. E se non lo fai sei fuori.
Per carità, belle le mimose. Sono profumate, trasmettono positività. Se potessero cambiare realmente la storia e la mente umana le regalerei anch’io… Ma a me piace restare con i piedi a terra. Preferisco essere realista e combattere affinché la risposta al problema non sia racchiusa nel solo ed unico gesto di regalare un fiore.
Festa delle donne tutto l’anno.
I fiori belli non sbocciano solo a marzo. I fiori belli si possono regalare tutto l’anno. I fiori belli vanno nutriti con amore tutti i giorni, sennò appassiscono.
Quindi perché non regalare un fiore ogni 8 del mese?
Perché una donna che nasce donna deve conquistarsi giorno dopo giorno un rispetto che dovrebbe essere intrinseco nella coscienza umana? Perché se una donna si oppone a ciò che è normale per la società, se preferisce la carriera alla maternità, o magari entrambe le cose, se vuole andare in giro in minigonna, senza essere giudicata deve indossare i guantoni, stringere i denti e lottare? Per quale motivo una donna imprenditrice viene guardata con sospetto e solo nel tempo riesce a conquistarsi la stima, mentre un uomo che indossa giacca e cravatta risulta apparentemente più credibile? Perché una donna che viaggia in solitaria viene ancora vista come una marziana, una strana, un’asociale e talvolta come una pazza?
Riflessioni sulla festa delle donne
Ho analizzato con attenzione questa lista di perché e, in realtà, tutte queste domande hanno sollevato in me un’altra riflessione.
Perché l’8 marzo ci si ripete dei concetti che dovrebbero darsi per assolti, superati? Forse, inconsciamente, non vogliamo riconoscere di vivere ancora in una società maschilista? Forse tutto questo ci porta a capire che in realtà non abbiamo ancora raggiunto la vetta e la strada verso la normalità è tutt’altro che breve?
Festa delle donne e conclusioni.
Oggi voglio lasciarvi così. Con questi astratti spunti di riflessione. A volte mi piace scrivere per dare voce alle mie emozioni, senza seguire precisi schemi logici. Dietro a questi pensieri si nasconde un profondo desiderio di scossa. Ciò che vorrei per questa giornata è dare una scossa al sistema. Infondere messaggi diversi, che vadano oltre le belle parole scritte sui social o le belle mimose. La battaglia non è ancora finita. Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo. Ma lo raggiungeremo, sì. Solo quando riusciremo a cambiare gli ordinamenti e la testa di ogni persona, e a far in modo che l’8 marzo si celebri tutti i giorni.
Autore articolo: Alessia Panzironi dal blog Prontivaligiaevia.
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Spero che queste riflessioni sulla Festa delle Donne siano state in qualche modo di grande spunto. Se vi piacciono i miei articoli lascio anche quello pubblicato come penultimo, sempre sul blog di MolloTutto. Eccolo! Abbigliamento e accessori da trekking per famiglie con bambini.