Perché è scomodo uscire dalla zona di comfort?

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Perché è scomodo uscire dalla zona di comfort?

09 Dicembre 2020

La paura di uscire dalla zona di comfort si potrebbe spiegare con queste semplici frasi:

  • Marco vorrebbe tanto girare il mondo zaino in spalle. Si chiede “Sarò in grado di fronteggiare tutte le difficoltà? E se poi quando torno non vorrò più fare la vita di prima?”
  • Giulia e Roberto vorrebbero cambiare lavoro, ma non se la sentono di rischiare! Si domandano “E se poi mi ritrovo in una situazione peggiore di adesso?”
  • Monica sta con Carlo, ma non è convinta fino in fondo di questa relazione e dice a se stessa: “Carlo è tanto bravo e poi piace ai miei, però sento che c’è qualcosa che non va. Non posso mandare tutto all’aria… e se poi rimango zitella per tutta la vita?”

Anche a voi è capitato di ritrovarvi in situazioni simili? Quante volte vorremmo cambiare nella nostra vita, ma sentiamo che c’è qualcosa che ci frena e siamo assillati dai dubbi?

Cambiare vuol dire mettersi in discussione ed uscire dalla nostra zona di comfort, una zona di sicurezza, per addentrarci in luoghi sconosciuti, cosa che può spaventarci e bloccarci nel fare dei passi in avanti.

Ma cos’è esattamente la zona di comfort?

La nostra zona di comfort è un confine all’interno del quale esiste un senso di sicurezza e fuori dal quale si prova un grande disagio. Non è solo uno spazio fisico ma, soprattutto, uno spazio psicologico e un atteggiamento. Le nostre convinzioni, i nostri pregiudizi, gli stereotipi e l’immagine che abbiamo formato di noi stessi e del mondo configurano i limiti della zona di comfort entro cui ci muoviamo. Le nostre attività e i nostri comportamenti sono adattati ad una routine che minimizza il livello di stress e di rischio.

Limitarsi a vivere in quello spazio in cui ci sentiamo a nostro agio significa condannarci alla noia, alla stagnazione e a lungo andare anche al malcontento, per cui non solo dovremmo approfittare delle opportunità che ci capitano per uscire dalla zona di comfort, ma potremmo cercarle e persino crearle.

La zona di comfort ha dei confini, questo significa che per uscire da quello spazio è necessario prima di tutto conoscere i nostri confini, essere consapevoli dei nostri limiti e, soprattutto, delle nostre paure.

Uscire dalla nostra zona di comfort significa rompere un’abitudine, fare nuove connessioni, provare qualcosa di nuovo, correre un rischio o mettersi in una situazione totalmente nuova.

Perché abbiamo paura di uscirne?

Purtroppo, molte persone evitano il disagio dato dall’uscire dalla propria zona di comfort e fanno tutto il possibile per evitarlo, anche se sono infelici o insoddisfatte: la loro naturale inclinazione è quella di rimanere all’interno della zona di comfort semplicemente perché è familiare e sicura. Molti rimangono in posti di lavoro, relazioni e situazioni che da tempo hanno perso la loro importanza solo perché hanno paura dell’ignoto, in altre parole sono spaventate perché non sanno cosa c’è dall’altra parte.

La paura di lasciare la zona di comfort è l’espressione di altre paure più profonde.

Anche se può sembrare senza un senso logico, a volte preferiamo rimanere confinati in un terreno conosciuto anche se lì non stiamo bene, piuttosto che uscire ad esplorare l’ignoto. Il detto “meglio un male conosciuto che un bene sconosciuto” racchiude perfettamente questo modo di pensare. Capire cosa ci blocca e quali sono le paure che ci tengono paralizzati è il primo passo per uscire dalla nostra zona di comfort.

Paure uscire dalla nostra comfort zone

Le paure legate all’uscire dalla nostra zona di comfort

# 1. Paura di perdere il controllo

La zona di comfort è uno spazio in cui crediamo di avere tutto sotto controllo. Uscire da quello spazio relativamente sicuro ci spaventa perché significa che dobbiamo imparare a muoverci in un terreno a noi sconosciuto e a riconoscere che in realtà abbiamo poco controllo sulle cose. Dopotutto uscire dalla nostra zona di comfort è creare una rottura degli equilibri esistenti.

# 2. Paura dell’incertezza

La zona di comfort è uno spazio in cui possiamo prevedere con certezza o con un margine di errore trascurabile cosa accadrà, dopotutto è routine, perlopiù tutto si svolge nello stesso modo. Lasciare quello spazio implica gettarsi nell’ignoto, che genera paura e ansia.

Nell’ignoto tutto è possibile, ci sono infinite possibilità che possa accadere qualsiasi cosa, e questo spaventa. Ecco perché la paura di lasciare la zona di comfort affonda le sue radici nella paura dell’incertezza. Può succedere di tutto.

# 3. Paura del fallimento

Lasciare la zona di comfort significa rischiare, e ogni volta che rischiamo ci troviamo di fronte alla possibilità di fallire. La paura del fallimento è paralizzante perché rappresenta un doppio colpo, al nostro status sociale e all’immagine che avevamo di noi stessi. Ecco perché spesso preferiamo rimanere in quella zona dove abbiamo un certo grado di accettazione e di successo “garantito”.

# 4. Paura del rifiuto

Spesso lasciare la zona di comfort significa mettere in discussione il percorso prestabilito e le aspettative che gli altri hanno riposto in noi: ci è stato inculcato fin da piccoli che bisogna studiare, trovare un buon lavoro, ancora meglio se è un posto fisso, sposarsi, formare una famiglia, lavorare fino alla pensione. Mettere in discussione tutto questo ovviamente ci espone alle critiche. È la paura di deludere gli altri, e soprattutto, il rifiuto di chi non ci capisce o non condivide la nostra visione della vita.

# 5. Paura del cambiamento personale

A volte la paura di lasciare la zona di comfort è dovuta a un eccessivo attaccamento al nostro “ego”: rifiutiamo il nuovo o il diverso perché temiamo che questo cambi l’immagine che ci siamo formati di noi stessi. Nel fare un passo in una direzione sconosciuta abbiamo paura di perdere tutto ciò in cui ci identifichiamo: mettiamo in discussione noi stessi, il nostro pensiero e le credenze su cui abbiamo basato fino a quel momento la nostra identità.

Penso alla zona di comfort come a una bolla e che proprio come una bolla, prima o poi potrebbe scoppiare. Se siamo abituati ad uscire e a confrontarci con l’ignoto, quando questo potrebbe accadere, siamo preparati e non ci creerà troppi problemi. Sappiamo cosa possiamo fare, abbiamo imparato a stare nel disagio, a relazionarci con situazioni che non ci sono familiari; ma se ce ne stiamo rintanati nella nostra bolla, quando questa potrebbe scoppiare, non saremo preparati e tutto ci sembrerà troppo grande e oscuro.

Per questo cominciamo ad uscire dalla nostra zona di comfort facendo piccoli passi che non rappresentano una grande minaccia, in modo da esporci alla diversità e abituarci al cambiamento.

Ora tocca a te: qual è il prossimo passo che farai per uscire dalla tua zona di comfort? Oppure hai già fatto qualcosa che ti ha fatto uscire dalla tua zona di comfort?

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Vivere Shoshin

Autori articolo Enzo Giovinazzo e Antonella Chiodi, Life Coach & Counselor,
ideatori di VivereShoshin.it, un progetto dedicato allo sviluppo personale
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